Con questo documento, redatto a Benevento il 27 settembre del 1130, papa Anacleto II (Pietro Pierleoni 1130-38) concede a Ruggero II conte di Sicilia e duca di Calabria e Puglia, il regno di Sicilia.
La ragione dell'investitura va ricercata nel fragile pontificato di Anacleto, eletto dalla maggioranza dei cardinali -in prevalenza italiani- ma dopo che una minoranza dei cardinali -francesi e italiani del nord- aveva eletto sul soglio pontificio Innocenzo II.
Nelle convulse fasi della duplice elezione, Innocenzo II era stato costretto all'esilio. Ora, Roma è saldamente nelle mani di Anacleto, ma la quasi totalità del mondo occidentale sta col papa Innocenzo II; Anacleto ha bisogno del sostegno dei normanni nel Sud.
L'appoggio di Ruggero II, che fra i normanni è il più potente, arriva molto presto, ma in cambio il papa deve concedere la tanto desiderata corona al siculo-normanno.
E' da dire che la storiografia del potere di re Ruggero (Alessandro di Telese, Romualdo di Salerno) non fa menzione della consacrazione di Anacleto, ciò è dovuto alla sconfitta del fronte di Anacleto nel 1138.
Ma, intanto Anacleto II lascia Roma, percorre la Casilina, passando per la potente abbazia di Montecassino e Alife, la città del conte Rainulfo il terzo nell'ordine dei potenti normanni, ma probabilmente non per Capua, la città del principe Roberto.
Anacleto giunge dunque a Benevento, che è possesso pontificio da quando, anni prima, Roberto il Guiscardo, aveva dovuto abbandonare le sue protese sulla città già capoluogo di principato longobardo.
Col documento beneventano, il papa ricorda i signori di Puglia e Sicilia, antenati di Ruggero, che avevano ricevuto la legittimazione del loro governo dai pontefici suoi predecessori.
Sicilia Calabria e Puglia e tutte le terre appartenute a Roberto il Guiscardo e i suoi successori, costituite in un regno, sono concesse a Ruggero.
La sicilia è elevata al titolo di capitale, siccome era fama che la Sicilia era stata capitale in un lontano passato.
Fin qui, Ruggero riceve la legittimazione di un potere che già esercita. Ma col passo successivo Anacleto concede a Ruggero il principato di Capua e tutte le terre appartenute ai principi, l'"honor" di Napoli e la difesa di Benevento.
Si tratta, è stato riconosciuto, di un colpo di stato "costituzionale" Ruggero è investito di terre che non possiede, che altri papi avevano concesso con simili documenti e cerimonie in pubblico ai principi capuani e agli altri conti (di Alife, Boiano, Carinola, Loritello) che godevano di una certa autonomia. Inoltre Napoli è ancora un ducato indipendente e mantiene legami con Costantinopoli.
In seguito, tutti questi stati e potentati avrebbero inferto grossi dispiaceri al nuovo re. Ruggero ottiene privilegi supplementari come diritti di controllo sulla Chiesa siciliana.
Alla fine dell'anno, a Palermo, re Ruggero riceve la corona sul capo dal principe Roberto.
Il documento originale andò probabilmente distrutto con la battaglia di Nocera del 24 luglio 1132, quando l'alleanza di Roberto di Capua e Rainulfo di Alife sbaragliò l'esercito regio. L'archivio, ci testimonia il vescovo Enrico di Sant'Agata de'Goti, finì nelle mani dei ribelli, compreso il documento di investitura!
Come poi Ruggero riuscì a conquistare sul campo il suo regno ne parliamo ampiamente in queste pagine, ma ora rispolveriamo il documento conservato in Vaticano, nel testo estratto dalle edizioni del Baronio, di J.Deér, e di H.Hoffmann.